Il diploma alla memoria di Federica che non è arrivata alla maturità

Federica ha saputo della malattia, un linfoma di Hodgkin, in seconda media. Ragazzina alle soglie dell’adolescenza ha combattuto, tra le cure e i libri, sino alla quinta liceo. Le piaceva studiare, anche con tutta la fatica, le speranze, le ricadute. Ma all’esame di maturità Federica non è riuscita ad arrivare. È morta pochi mesi prima, a diciotto anni. La sua scuola, il liceo scientifico Righi, ha voluto però riconoscerle quel diploma comunque conquistato e con pagelle brillanti. Un titolo alla memoria. Il primo in Italia.

È stato scelto il primo giorno di scuola per la consegna: una cerimonia privata, nella biblioteca del liceo, con i genitori, i professori e compagni di classe di Federica e il direttore dell’ufficio scolastico Marcello Limina. Per avere quel diploma, non previsto da nessun regolamento o legge della scuola, è intervenuto lo stesso ministro. Anche la commissione di esame della maturità ha dato il suo via libera.

“Ha prevalso la sensibilità sulla burocrazia”, dice Limina. “L’ho voluto fare per mantenere vivo il ricordo, legato anche all’istituzione di una borsa di studio – commenta il preside Domenico Altamura – ma anche per dimostrare ai ragazzi, che hanno sofferto molto, che la scuola fa parte del loro mondo e condivide con loro il dolore, le ansie, le passioni, l’affettività”.

I genitori di Federica con la pergamena in mano e gli occhi lucidi ringraziano: “Il preside e il direttore dell’ufficio scolastico si sono impegnati ben oltre le loro normali funzioni, così come il consiglio di istituto e di classe. Non è il diploma in sé, ma quello che c’è dietro, ovvero la vicinanza di una scuola, che per noi importante”. Dietro c’è la storia di una ragazzina che ha vissuto, come racconta il sito Internet aperto in suo ricordo, “in modo tranquillo e spensierato, tra amici, scuola, scout e vacanze fino al fatidico giorno in cui cominciò la via crucis della malattia”. Dietro c’è la storia di due genitori che hanno deciso di non vanificare le tante lotte contro la malattia combattute a fianco della figlia. Per questo hanno fondato l’associazione “Federide”, aperto il sito www.federide.org e la pagina in Facebook “Ricerca cure per il linfoma di Hodgkin in adolescenti”.

Per raccogliere fondi per la ricerca, per aiutare altre famiglie, per fare passi avanti nelle cure per gli adolescenti colpiti dalla malattia. “Non esistono ad oggi cure ad hoc per questa fascia di età molto delicata”, spiega la mamma. L’associazione è nata “per tutte quelle ragazze e ragazzi che stanno lottando contro questo male, che vorrebbero correre fuori con i loro amici e che quando possono uscire fanno fatica anche solo a camminare”. Ed è nata anche, scrivono mamma e papà, “per chi ha perso la battaglia con la malattia”. Federica rimane nelle foto, nei disegni. E in quello che scriveva, un diario che i genitori stanno pubblicando sul web. Guardando una foto scattata a marzo 2004 Federica scriveva: “Sono nel cortile della scuola media Besta, faccio la ricreazione felice, ignara di tutto e con i miei lunghi capelli a cui tenevo tanto”.

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